SCUOLE ROVETTA

Progetti Educazione alla salute e valorizzazione della persona

Progetti Educazione alla salute e valorizzazione della persona

AFFETTIVITA’ Conosco me stesso. Conosco chi mi sta vicino. Rispetto le diversità Il fenomeno del bullismo

LEGALITA’ Cultura della legalità Internet e i social network

   ALIMENTAZIONE Siamo quello che mangiamo Le malattie in relazione all’alimentazione

LEGALITA’ Cultura della legalità La legge e l’uso di droga e alcool

    PREVENZIONE DELLE DIPENDENZE  L’alcol,la droga,il fumo ,il gioco patologico

 

PREVENZIONE ALLE DIPENDENZE Il fumo L’alcol Le droghe

Premessa

La scuola rappresenta un microcosmo ideale in cui si maturano convinzioni, opinioni, conoscenze, atteggiamenti e abitudini che determineranno in gran parte l’evoluzione dell’individuo maturo, il suo ruolo e il suo contributo al vivere sociale. Nella prospettiva della formazione integrale della personalità assume particolare rilevanza L’EDUCAZIONE ALLA SALUTE: questo problema si pone all’attenzione degli educatori soprattutto in relazione alla prevenzione delle tossicodipendenze, ma è problema che non può essere considerato solo in questa prospettiva,infatti l’educazione alla salute costituisce aspetto fondante della piena formazione dell’uomo, del pieno sviluppo di cui parla l’art.3 della Costituzione e come tale riguarda tutti gli alunni e tutte le scuole il cui obiettivo è la formazione integrale della personalità, considerata nella molteplicità delle sue diverse dimensioni ,fisica, affettiva, sociale, morale, intellettuale, estetica, recuperando così la visione classica dell’uomo come unità psicofisica. Educazione alla salute è perciò promozione del pieno sviluppo della personalità, cioè promozione della piena realizzazione delle potenzialità dell’intelligenza, dell’affettività, dell’integrazione sociale dei singoli alunni, in modo da assicurare la pienezza della vita personale, l’attivazione di tutta l’umanità di cui ogni soggetto è ricco L’EDUCAZIONE ALLA SALUTE È EDUCAZIONE ALLA VITA: la scuola deve formare per la vita: non scholae discimus, sed vitae.

PER EDUCARE ALLA SALUTE LA SCUOLA DEVE PROMUOVERE LA SALUTE, cioè una condizione di benessere di tutti coloro che in essa operano,la scuola deve assicurare il benessere degli alunni, dei docenti, dei capi d’istituto, del personale tutto che in essa opera: il benessere fisico, assicurando ambienti ed attrezzature idonee, presidi sanitari, il benessere psichico, attraverso la realizzazione di un clima socio-affettivo positivo, configurandosi come ambiente di vita, di relazioni umane, sociali tra i giovani e con gli adulti, e in particolare, la scuola deve assicurare il benessere intellettuale Il benessere intellettuale a scuola è assicurato soprattutto quando i giovani stanno bene a scuola perché stabiliscono rapporti socio-affettivi positivi con i compagni e con i docenti e perché sono messi nella condizione di apprendere serenamente, quando cioè essi sono messi nella condizione di amare lo studio, infatti non c’è alcuna ragione perché lo studio debba costituire una pena, una condanna, una costrizione E’ necessario quindi predisporre un percorso educativo che, attraverso la conoscenza (sapere) induca comportamenti (saper fare) coerenti con un modello di vita improntato al benessere globale della persona (saper essere). Un intervento precoce, a partire già dai primi anni di vita, rappresenta pertanto lo strumento più idoneo a sviluppare nelle nuove generazioni l’attenzione verso i fattori dai quali dipendono il benessere individuale e della collettività. La famiglia in prima istanza e la scuola secondariamente, ma solo da un punto di vista temporale,non possono trascurare tra i loro compiti educativi questo ambito della formazione dei giovani. Da questa esigenza è derivata la stesura del presente documento programmatico degli interventi di educazione alla salute che la scuola si propone di attuare. Linee metodologiche Gli interventi di promozione della salute, per la loro complessità e articolazione, richiedono metodologie di approccio integrate e multidisciplinari, nonché strumenti operativi validati nella loro efficacia.

I protagonisti del progetto sono:

– gli insegnanti che, grazie al legame diretto e continuo con gli studenti, possono collaborare efficacemente per favorire lo stretto legame tra educazione e salute.

– gli studenti che devono apprendere le possibilità di scelta in termini di comportamenti per la salute.

– i genitori in quanto rivestono un ruolo importante nell’area educativa e nel mantenimento o nella modifica di comportamenti di salute.

Affinché la collaborazione risulti efficace, occorre comunicazione e interazione fra insegnanti, studenti, operatori e genitori.

Prima fase:

educazione alla salute centrata sulla figura del docente. Promuovere salute nella scuola significa stimolare e sviluppare negli individui una maggiore responsabilità e consapevolezza circa i comportamenti corretti di salute. Nonostante non ci siano dubbi sulla constatazione che la conoscenza sia un prerequisito irrinunciabile per sviluppare comportamenti adeguati, gli elementi conoscitivi di per sé non garantiscono l’assunzione di decisioni coerenti e l’attuazione delle modificazioni comportamentali attese. Pensiamo ad esempio alle campagne dissuasive attraverso la trasmissione di informazioni sanitarie che contrastino la disinformazione o l’informazione scorretta, ma che non incidono affatto nella maturazione personale o nell’elaborazione psicologica. La convinzione che basti far conoscere alle persone gli effetti negativi sulla salute del loro comportamento per indurle a modificarlo si basa su una teoria ingenua del funzionamento della psiche, come se le persone si comportassero in termini di costi e benefici, e fossero perciò facilmente disponibili al cambiamento. In altre parole, la conoscenza delle conseguenze negative di un certo comportamento può non apparire psicologicamente rilevante per il soggetto. Ciò avviene soprattutto quando gli effetti sono a lungo termine, e in particolari momenti della vita, quali l’adolescenza, nella quale la percezione psicologica del tempo è maggiormente limitata al presente e all’immediato futuro. Quindi cambiare un comportamento implica una modificazione profonda. Attribuire e modificare un significato implica dei processi cognitivi, affettivi e sociali: – cognitivi, perché cambia il modo di considerare un comportamento, la conoscenza relativa al comportamento e al suo uso; – affettivi, perché si devono cambiare abitudini consolidate, che hanno dei vantaggi per il soggetto; – sociali, perché la trasformazione avviene in un contesto sociale. Per prevenire il fumo di tabacco in preadolescenza e adolescenza è fondamentale toccare i temi associati all’identità, allo stare in un gruppo, alla resistenza nei confronti della pressione dei pari, tutti fattori che nulla hanno a che fare con un rischio – quali le patologie tabacco-correlate – che non significa nulla ad un tredicenne/quattordicenne per il quale è senza significato lo spettro di patologie che compariranno nei successivi trenta-quarant’anni, mentre lui, in questa fase della sua esistenza, è così immerso nell’intensità del “qui e ora” di ciò che gli sta succedendo. Il progetto prevede come prima fase la somministrazione di alcuni test riguardanti il progetto in atto, per vedere il livello di bisogno,conoscenza, preparazione, attitudine della classe a riguardo. Vi sarà poi una fase introduttiva, nella quale gli alunni saranno informati dai loro docenti sulle tematiche, le modalità e le finalità di ogni progetto. Ogni insegnante lavorerà nell’ambito della sua disciplina sugli argomenti trattati dal progetto concordato nei tempi e negli argomenti. In alcuni casi sarà somministrato un test per conoscere le abitudini alimentari, comportamentali ecc… di ogni alunno e le conoscenze nell’ambito degli argomenti trattati. I dati che emergeranno da questa indagine conoscitiva iniziale, saranno elaborati dai ragazzi con l’ausilio degli insegnanti per l’elaborazione di grafici e tabelle. Nella prima fase, mediante lezioni frontali, brainstorming, dibattiti in classe, lezioni partecipate e somministrazione di materiale cartaceo o audiovisivo, schede, mappe concettuali e test, ricerche e materiali di approfondimento forniti dai docenti. saranno soprattutto favoriti i momenti di analisi e di discussione nell’ambito delle ore curricolari sulle tematiche trattate. Le tematiche saranno affrontate, per quanto reso possibile dai programmi ministeriali, in coerenza con le unità di apprendimento programmate dalle varie discipline nel corso della prima parte dell’anno scolastico.

Seconda fase:

educazione alla salute centrata sulla figura dell’esperto. Nella seconda fase del progetto verranno a scuola i vari esperti invitati e i relatori e testimoni di esperienze riguardanti gli argomenti trattati. Essi sono i partner ideali di ogni intervento di prevenzione, con competenze medico-scientifiche, anche se è importante non ritenere tale partnerariato come una vera e propria delega totale che affida solo all’esperto i compiti di progettazione,implementazione,conduzione e valutazione dell’intervento preventivo. Terza fase: educazione alla salute centrata sulle competenze degli studenti, ovvero i modelli attinenti alla pratica dell’educazione tra pari. L’educazione tra pari è una metodologia che, a diverso livello, coinvolge gli adolescenti quali principali attori delle scelte strategiche e operative dei progetti di prevenzione. Non si deve trascurare il fatto che molti comportamenti, valutati su base scientifica, nocivi per la salute immediata o futura dell’individuo, rivestono in realtà un valore positivo per la persona che li mette in atto, e per il gruppo sociale o il sottogruppo cui essa appartiene. Il significato positivo attribuito ad un comportamento nocivo per la salute è il vero aspetto da modificare in un intervento di promozione della salute che voglia essere efficace. L’educazione socio-affettiva si è qualificata come una metodologia in grado di promuovere le cosiddette life skills (competenze della vita quotidiana) elementi di successo per lo sviluppo sociale ed emotivo dei soggetti in età evolutiva. L’importanza dell’educazione socio-affettiva si fonda nella sua capacità di non concentrarsi su un tema specifico di prevenzione, bensì su una metodologia finalizzata ad incrementare le competenze di dialogo e comunicazione, di ascolto e relazione efficace in chi sta crescendo. Gli alunni procederanno alla preparazione di prodotti multimediali o video, di cartelloni, di bacheche con articoli di giornale, interviste, eventuali partecipazioni a concorsi sui temi trattati. Il tutto per allestire una mostra che si allestirà a fine anno all’interno della scuola e che sarà itinerante durante l’estate nelle varie parrocchie dei paesi degli alunni. Nella seconda parte dell’anno verranno organizzati incontri con genitori ed esperti esterni e formatori-educatori, con genitori e insegnanti che esporranno i risultati dei lavori e uno scambio di comunicazioni, riscontri e consigli reciproci.

Nell’ultima parte dell’anno si programmeranno le uscite sul posto e le esperienze concrete nelle comunità di recupero Promozione Umana dei ragazzi e delle ragazze che potranno fare vere e proprie esperienze di vita a contatto con se stessi. Nella fase finale del progetto, verrà nuovamente somministrato un test d’uscita per rilevare soprattutto le competenze e le conoscenze apprese ed eventualmente per programmare interventi futuri mirati. Organizzazione del lavoro Il progetto verrà illustrato e spiegato nei particolari al collegio docenti del mese di ottobre. Verrà allegato al P.O.F. della scuola e pubblicato sul sito della stessa e messo a disposizione di tutti i genitori degli alunni della Scuola Secondaria di primo grado di Rovetta. Durata Il progetto sarà attuato nel corso dell’intero anno scolastico. La commissione avrà il compito di indirizzare l’attività affinché sia coerente con le indicazioni del progetto e opererà per la costruzione di un positivo clima di collaborazione tra gli studenti e quanti s’impegneranno con la loro attività curando il rispetto dei tempi di attuazione.

 

PROGETTO PREVENZIONE DEL FUMO E DELLE DIPENDENZE PATOLOGICHE “La scuola per una cultura della salute e della prevenzione”

Destinatari

Con questo progetto la Scuola intende predisporre dei percorsi formativi e informativi rivolti ai giovani studenti delle scuola Secondaria di primo grado nelle classi terze

PREMESSA

La ricerca scientifica nell’ambito dell’uso/abuso di sostanze indica l’adolescenza e la preadolescenza (il periodo quindi che va dagli 11 ai 23 anni circa) come i momenti più a rischio per l’avvio di un comportamento tossicomanico. L’uso di droghe, entrato prepotentemente nella realtà del quotidiano, ha assunto valenze performative, legate cioè al successo, all’iperattività, all’efficienza, in accordo con una società in cui le norme della convivenza civile non sono più fondate sui concetti di consapevolezza e di disciplina, ma sulla responsabilità e sullo spirito d’iniziativa, dove l’individuo è schiacciato dalla necessità di mostrarsi sempre all’altezza. I dati attuali collocano l’inizio dell’uso delle sostanze mediamente nel 14° anno di età. E’ opportuno, quindi, che gli interventi preventivi vengano rivolti anche ad adolescenti e pre-adolescenti, abbassando l’età di inizio dei primi interventi. Effettuare interventi dopo i 14 – 15 anni, o quando l’uso di sostanze dura ormai già da qualche anno, si è dimostrato, infatti, tardivo e molto poco efficace. Pertanto, interventi che giungono dopo i 14 anni possono risultare molto meno efficaci e più dispendiosi rispetto ad interventi più precoci. Il progetto si propone l’obiettivo di fornire un’informazione/formazione per la prevenzione alla tossicodipendenza che però parta dai dubbi dei ragazzi, dalla loro disinformazione, dalle loro costruzioni razionali che giustificano l’uso di sostanze e, non ultimo, dalla necessità di affrontare una prima riflessione sulle cause, o meglio gli ambiti nei quali essa si radica e si espande. Il progetto si propone di affrontare anche le altre dipendenze importanti quali il fumo, l’alcool, il cibo e computer. L’esigenza di promuovere un’attività di prevenzione essenziale in tema di dipendenze patologiche nella Scuola Secondaria di I° grado, oltre a fornire l’occasione per un maggior grado di sensibilizzazione al tema, nasce da tre presupposti:

1. dall’osservazione che l’abuso di alcol e di sostanze tende a manifestarsi e svilupparsi soprattutto in età adolescenziale (è evidente, quindi, che i maggiori sforzi di tipo preventivo vanno fatti in questa fase della vita di una persona) ;

2. da dati di fatto supportati da studi effettuati sulla popolazione europea di preadolescenti ed adolescenti. Secondo tali studi il rafforzare quei fattori di protezione quali l’interesse per lo studio, la considerazione di sé, l’autoefficacia di fronte ai problemi, l’autostima scolastica e la buona comunicazione con i pari e gli adulti significativi allontana e previene l’insorgenza, in età preadolescenziale e adolescenziale, di disturbi del comportamento quali l’abuso e la dipendenza da sostanze. Fare prevenzione, dunque, significa oggi fornire alle nuove generazioni strumenti e opportunità che li aiutino ad affrontare la complessità del vivere. Affinché i ragazzi possano acquisire competenze atte a favorire lo sviluppo di elementi protettivi rispetto ai rischi che possono accompagnare, tra le altre, la scelta di utilizzare o meno sostanze psicoattive ed alcool, è importante lavorare sulle loro abilità cognitive, emotive e relazionali.

3. dalla rilevazione di sempre più casi di abusi e dipendenze fra giovani adolescenti nel territorio in cui è inserita la nostra scuola. Le manifestazioni di disagio tra le giovani generazioni sono sempre più frequenti e diversificate. I comportamenti antisociali “classici”, come l’abitudine al fumo, l’uso di droghe leggere e l’assunzione di alcolici, sono oggigiorno più complessi, perché accompagnati da una forte dose di aggressività nell’affrontare le situazioni di vita quotidiana sia a scuola sia in famiglia. Dati dipendenze L’uso precoce di sostanze comporta una forte interferenza con i processi di maturazione e sviluppo cerebrale dell’adolescente. Proprio a quell’età, infatti, si vanno consolidando numerose funzioni neuropsichiche in relazione sia ai meccanismi di apprendimento, di memorizzazione, della motivazione, del coordinamento e dei sistemi della gratificazione. Non ultimo, in questa giovane età, si sviluppano e si definiscono importanti aspetti della personalità, l’autostima, la self-efficacy, i processi di problem analisys, di decision making, ecc. L’interferenza con questo già complesso sviluppo che sostanze fortemente psicoattive possono provocare, quindi, è sicuramente elevato ed in grado di provocare deviazioni e compromissione importanti del fisiologico sviluppo cerebrale e del suo funzionamento. Le conseguenze neuropsichiche derivanti dalla forte e anomala sollecitazione che sostanze quali il THC, la cocaina e l’alcol possono dare dei sistemi degli endocannabinoidi endogeni, della dopamina ecc., sono ancora più preoccupanti e gravi se ciò avviene in età adolescenziale in quanto in grado di attivare e indurre processi negativi di neuro plasticità, con conseguenze sulla regolare e fisiologica maturazione cerebrale. Il fenomeno della sensibilizzazione neuronale, che può avvenire con l’uso della cannabis e dei suoi derivati, è ancora più marcato se l’assunzione avviene in giovane età, producendo importanti e più marcati effetti di memorizzazione e alterazione neuronale e recettoriale.

2. La ricerca scientifica ha dimostrato la forte correlazione tra l’esistenza di vari tipi di disturbi comportamentali e deficit di attenzione in giovane età con una maggior vulnerabilità all’addiction in età adolescenziale. L’uso di cannabis o di suoi derivati, la sostanza generalmente utilizzata per il primo contatto con le droghe, in queste persone può portare facilmente ad una escalation verso sostanze quali la cocaina e l’eroina, con altissimo rischio di sviluppare dipendenza. Per contro, è da registrare che l’uso di cannabinoidi in persone che non presentano condizioni di vulnerabilità può essere contenuto in un uso occasionale che si auto estingue nel tempo pur esitando comunque in danni neuropsicologici. Grazie alle nuove evidenze scientifiche, la capacità diagnostica di questi disturbi è sicuramente aumentata, così come la possibilità di trattamento educativo e psico-comportamentale. Ciò consente quindi di aumentare la probabilità di mettere in atto interventi efficaci di prevenzione selettiva perché il forte ritardo di diagnosi, riscontrato relativamente all’uso di sostanze e/o dalla dipendenza dei giovani, può comportare non soltanto gravi conseguenze mediche, ma anche psichiche e sociali per l’individuo. Principi di fondo per promuovere interventi di prevenzione efficace I Programmi di Prevenzione dovrebbero avere come obiettivo di fondo quello di accrescere i fattori di protezione ed eliminare o ridurre quelli di rischio. Un intervento precoce sui fattori di rischio (per es., comportamenti aggressivi ed autocontrollo insufficiente) spesso ha un impatto maggiore che non un intervento operato successivamente, modificando il percorso di vita di un ragazzo per portarlo dai problemi verso comportamenti positivi. La scuola, di ogni ordine e grado, agisce in senso preventivo ogni qual volta intraprende azioni, sviluppa percorsi, utilizza strumenti didattici,implementa stili educativi e relazionali in grado di aumentare i fattori protettivi e diminuire quelli di rischio. È, di conseguenza, importante e imprescindibile rilanciare il compito, il ruolo e le potenzialità della scuola e dei docenti in campo preventivo. Un’ulteriore riflessione di fondo riguarda il fatto che quanto più i ragazzi/alunni sono coinvolti in maniera attiva, hanno occasioni per essere protagonisti dentro i percorsi di apprendimento, incontrano adulti capaci di ascoltare, tanto più migliorerà il loro ben-essere a scuola, il legame con gli insegnanti e le probabilità di successo scolastico e relazionale. Fare prevenzione, dunque, significa oggi fornire alle nuove generazioni strumenti e opportunità che li aiutino ad affrontare la complessità del vivere. Affinché i ragazzi possano acquisire competenze atte a favorire lo sviluppo di elementi protettivi rispetto ai rischi che possono accompagnare, tra le altre, la scelta di utilizzare o meno sostanze psicoattive ed alcool, è importante lavorare sulle loro abilità cognitive, emotive e relazionali.

OBIETTIVI:

• fornire notizie corrette sul fumo, sull’alcool, sulle dipendenze dalle sostanze: gli effetti dannosi sull’organismo e sul comportamento; le alterazioni comportamentali soprattutto nel rapporto con gli altri; le implicazioni legali;

• riflettere sulle competenze sociali, sulla comunicazione e sui rapporti con gli altri;

• stimolare la riflessione e il dibattito fra pari sulle false motivazioni che l’adolescente può darsi a favore del comportamento di dipendenza;

• favorire una coscienza contraria all’uso di sostanze psicotrope che possa agire sia individualmente che in contesti collettivi;

• facilitare nei ragazzi e negli adulti la scoperta dei fattori di rischio, fornendo strumenti di lettura, metodi di approccio e procedure mirate alla riduzione delle situazioni di pericolo, di disagio e di malessere;

• favorire il confronto sui vissuti e sulle prefigurazioni legate al rapporto con il mondo degli adulti e con gli stili di vita possibili;

• dimostrare ai giovani l’indispensabilità della funzione delle forze dell’ordine, come momento essenziale di garanzia e di organizzazione sociale facendo percepire ai giovani la relazione con le forze dell’ordine in termini positivi e non solo repressivi;

• promuovere il confronto sul concetto di salute in rapporto anche con il piacere e il divertimento dei giovani;

• facilitare la capacità di riflessione e verbalizzazione di eventuali difficoltà legate alla tematica, riflettere sulle competenze sociali, sulla comunicazione e sui rapporti con gli altri;

• far lavorare i ragazzi sulle tematiche al fine di conoscere loro opinioni e conoscenze;

• promuovere stili di vita sani rendendoli “appetibili” per i ragazzi ed evidenziandone aspetti positivi, tenendo conto dei bisogni specifici dei diversi destinatari;

• diffondere la “cultura della legalità” nei giovani, avviandoli alla giusta comprensione della necessità delle “regole” quale presupposto indispensabile per un sano e corretto vivere civile;

• informare e formare i giovani utenti della strada ad un suo corretto e sicuro utilizzo arginando il fenomeno delle “Stragi del sabato sera”;

• contrastare e sovvertire la “cultura” dell’abuso di sostanze alcooliche e stupefacenti come sinonimo di libertà e divertimento;

• illustrare gli effetti penali dei comportamenti antigiuridici.e le conseguenze sociali, amministrative e penali del consumo di sostanze stupefacenti e di alcool, anche ove questo sia connesso alla guida di un’autovettura o di un motociclo;

• stimolare la riflessione e il dibattito fra pari sulle false motivazioni che l’adolescente può darsi a favore del comportamento di dipendenza; • favorire una coscienza contraria all’uso di sostanze psicotrope che possa agire sia individualmente che in contesti collettivi;

• promuovere il senso critico nei confronti dei consumi di sostanze e la capacità di resistere alla pressione dei pari; • stimolare le capacità personali di valutazione del rischio e le loro applicazioni;

• stimolare i processi di riflessione negli studenti sulle relazioni con genitori, amici e mondo adulto. OBIETTIVI SPECIFICI RIGUARDO ALL’ALCOOL • Eliminare gli stereotipo legati all’alcol e considerare le false credenze sull’alcol;

• stimolare una riflessione critica sui modelli di consumo di alcolici • analizzare gli effetti dell’alcol sulla guida di veicoli e informare e formare i giovani utenti del- la strada ad un suo corretto e sicuro utilizzo;

• contrastare e sovvertire la “cultura” dell’abuso di sostanze alcooliche e stupefacenti come sinonimo di libertà e divertimento;

• rendere gli studenti consapevoli dei diversi rischi legati all’abuso di alcol cercando di arginare il fenomeno delle “Stragi del sabato sera”;

• illustrare gli effetti penali dei comportamenti antigiuridici.

• far acquisire agli stessi alcune informazioni inerenti l’abuso di alcol;

• descrivere le conseguenze a breve, medio e lungo termine esistenti tra un abuso di alcol – tipico ad esempio nel fine settimana – o un semplice uso dello stesso nell’età adolescenziale.

• Promuovere stili di vita sani rendendoli “appetibili” per i ragazzi ed evidenziandone aspetti positivi , tenendo conto dei bisogni specifici dei diversi target.

METODOLOGIA

Le fasi dell’intervento e le modalità di fondo prevedono diversi momenti : l’approfondimento condotto a livello multidisciplinare, un momento di confronto tra le cose emerse nella fase iniziale e quelle evidenziate nella fase di approfondimento, la produzione di materiale di sintesi che presenti il percorso realizzato.

– Attività didattiche in aula tenute dai docenti della classe Ciascun insegnante implementerà azioni specifiche nella propria materia di studio in collegamento con gli altri insegnati e le altre materie. In altre parole, gli interventi di prevenzione delle dipendenze saranno inseriti all’interno di un percorso curriculare e avranno come formatori privilegiati gli insegnanti stessi.

– Visione di documenti cinematografici, lettura di testi e libri, gruppi di discussione sui temi emersi, esercitazioni in piccoli gruppi, brevi interventi informativi su temi d’interesse

– Intervento degli esperti esterni che verrà collocato dopo il percorso interdisciplinare anche per offrire un’occasione di verifica e approfondimento ulteriore.

– Incontro e visita con ragazzi ex tossicodipendenti alle loro comunità di recupero Gli incontri saranno rivolti ai ragazzi delle classi terze per la diffusione delle opportune informazioni sulle attività di prevenzione svolte sul territorio. I ragazzi, dopo una prima fase informativa, verranno stimolati a partecipare attivamente con discussioni, interviste, attività grafiche, lavori individuali ed in piccoli gruppi. Raccolta notizie di incidenti causati da alcool e sostanze,traffico criminale delle sostanze. Inoltre in considerazione dei molteplici collegamenti che si possono instaurare tra il lavoro proposto e quello disciplinare ministeriale preventivato, si possono creare delle vere e proprie mappe di argomenti che potranno rivelarsi utili ai fini dell’esame di licenza, per il quale gli alunni dovranno dimostrare padronanza dei contenuti ma soprattutto abilità nel mettere in collegamento le loro conoscenze acquisite. Attività Il tema di fondo è riflettere sulle analogie e il rapporto tra i consumi in genere e questo particolare tipo di consumi e sul significato del consumo di sostanze nella costruzione dell’identità personale e nelle relazioni interpersonali.

Metodologia:

1) Le rappresentazioni Lavoro con i gruppi in cui si chiede di esprimersi sul loro modo di intendere i consumi di sostanze lecite ed illecite. Anche in questo caso può essere utile iniziare con una fase di indagine/intervista (che coinvolgano anche il mondo degli adulti rispetto al fumo e all’alcol), realizzare piccole statistiche, raccogliere dati. Il materiale emerso verrà raccolto su cartelloni. Domande stimolo: • Quali sostanze si usano e perché? • In quali situazioni si usano? • Chi le usa? • Che effetti hanno? • Le diverse sostanze sono pericolose? Creano dipendenza? • Che rischi fanno correre? • Esistono forme di pressione all’uso di queste sostanze? Quali

2) L’approfondimento Nelle diverse discipline, in integrazione con le attività didattiche, verranno realizzati lavori di ricerca e approfondimento in gruppo sul tema. Alcuni esempi di lavoro nelle varie discipline:

Lettere: • Visione di film centrati sui consumi delle differenti sostanze (alcol, doping, droghe, …) e lavoro in gruppi sull’analisi dei messaggi contenuti nel film e delle pressioni e dei condizionamenti al consumo che vi si evidenziano.

• Role playing focalizzato su una situazione di pressione al consumo: il gioco di ruolo viene costruito dai gruppi, ognuno dei quali rappresenterà la scena al resto della classe.

. Letture, film, ricerca e classificazione delle droghe principali Musica e lingue straniere: come viene presentato l’uso delle sostanze nei testi delle canzoni. La musica e le dipendenze, le dipendenze nei fruitori di musica e nei musicisti moderni e del passato. Raccolta di articoli di giornali e quotidiani inerenti al tema delle dipendenze.

Scienze: definizione della parola droga, effetti e rischi dell’assunzione delle differenti sostanze, gli effetti sui comportamenti e sulla guida, temi inerenti la salute (uso/abuso di alcol, sostanze, doping, HIV o malattie sessualmente trasmissibili, comunicazione e benessere a scuola) Religione: lavori di gruppo con i ragazzi per promuovere il senso critico nei confronti dei consumi di sostanze e la capacità di resistere alla pressione dei pari Scienze motorie: il doping, effetti e rischi dell’assunzione di sostanze dopanti.

Geografia: i paesi produttori di droghe, la dimensione economica del fenomeno, le mafie, luoghi di produzione delle droghe

Artistica: realizzazione di un filmato o di uno spot pubblicitario per un’ ipotetica campagna di prevenzione dell’uso delle sostanze.

3) Il confronto

Sempre attraverso l’utilizzo di una metodologia interattiva, che stimoli l’espressione dei ragazzi attraverso lavori di gruppo, verranno confrontate le rappresentazione iniziali con i risultati del lavoro di approfondimento analizzando analogie e differenze. Uno degli obiettivi è quello di rendere i ragazzi più critici nei confronti dell’approccio alle sostanze e più consapevoli della pericolosità (immediata e in prospettiva) e dei rischi ad esse connesse. Si intende incidere sulla propensione all’uso di sostanze e far riflettere sui meccanismi della dipendenza fisica e psicologica e sui condizionamenti sociali.

4) La costruzione di un prodotto Tutto il lavoro realizzato verrà raccolto in materiale da utilizzare per un evento conclusivo di presentazione del lavoro svolto (mostra, poster, CD ROM, rappresentazione teatrale, fumetto, video…..) che potrebbero essere presentato alla fine dell’ anno scolastico o creando un evento ad hoc che coinvolga la scuola e/o i genitori. A seconda del tipo di prodotto che si intenderà realizzare (è importante coinvolgere i ragazzi in questa scelta), potranno essere attivate diverse discipline.

 

PROGETTO PREVENZIONE DEL FUMO “Respira la vita”

Destinatari

I destinatari di questo programma sono gli alunni di terza secondaria inferiore. In prima media infatti, non sono ancora completamente presenti tutte quelle competenze prerequisite e capacità necessarie per utilizzare appieno gli stimoli previsti dal programma. Ciò dà modo, peraltro, di attuare in terza media una valutazione a medio termine dell’efficacia del programma. Premessa l fumo è ancora oggi una delle cause principali di malattia e di morte. A differenza di molte altre gravi malattie, tuttavia, le conseguenze sulla salute legate al fumo di tabacco sono relativamente meno difficili da prevenire attraverso l’educazione sanitaria, proprio perché si tratta di un comportamento individuale. Per questo motivo costituisce una priorità tra le proposte di educazione sanitaria per la scuola. In passato molti programmi di prevenzione erano tradizionalmente centrati sulla descrizione meticolosa dei danni da fumo, confidando sulla convinzione che la paura dovesse scoraggiare la scelta di fumare. In seguito la pratica ha ampiamente dimostrato l’inefficacia di un simile approccio. I giovani che si avvicinano alla sigaretta lo fanno non certo perché ignari dei potenziali pericoli a cui la loro salute sarà esposta in futuro. Né tantomeno il fatto che altri giovani preferiscano invece astenersi dal fumo è dovuto ad una più profonda ed articolata conoscenza dei danni che questa abitudine può arrecare alla propria salute. I ragazzi non sono molto interessati alle cose che succederanno in un lontano futuro. Difficilmente essi interiorizzano comportamenti sani solo perché viene loro detto ciò che fa bene e ciò che fa male, cosa dovrebbero o non dovrebbero fare. I ragazzi imparano più facilmente dall’esperienza (attraverso la partecipazione attiva, la riflessione e la discussione) e dalle persone che essi prendono a modello. Idealmente, tutto ciò che i ragazzi dicono, fanno, illustrano o scrivono dovrebbe derivare dal loro coinvolgimento attivo e non da ciò che gli adulti ritengono giusto per loro. I valori importanti per loro – su cui fare leva – sono l’amicizia, i modelli, il mettere alla prova se stessi, la realizzazione di sé, l’essere sportivi, l’essere “alla moda”. Il progetto ha l’obiettivo di educare i ragazzi affinchè possano seguire comportamenti corretti in relazione al proprio benessere e alla propria salute , perché si ritiene la scuola media il luogo ideale in cui applicare i programmi di prevenzione al tabagismo in quanto tutte le statistiche nazionali dimostrano che negli ultimi anni si è abbassata l’età in cui si inizia a fumare e quindi i ragazzi dell’età scolare siano i più esposti a tutte le malattie provocate dal fumo. La novità del progetto è che non è centrato sull’idea della dannosità del fumo perché, ormai, è stato dimostrato che sia coloro che iniziano a fumare sia i fumatori incalliti sono ben consapevoli dei danni provocati dal fumo, ma sull’idea che è più importante per i ragazzi avere modelli di riferimento positivi, partecipare attivamente alla discussione e veicolare valori che per loro sono importanti come l’amicizia, l’autonomia personale,l’essere sportivi. Il comportamento del non fumare deve essere presentato non solo come azione sana, ma anche come ciò che caratterizza una persona matura, brillante, maggiore rendimento sportivo, la libertà della dipendenza del fumo , il rispetto per gli altri che vivono insieme in tutti i luoghi e sfatare due miti a cui i ragazzi ricorrono per giustificare la loro “scelta”di fumare: si fuma perché tutti fumano e il mito secondo cui fumare rende adulti.

Obiettivi formativi

• Prevenzione dell’abitudine al fumo

• Far acquisire ai ragazzi la consapevolezza che l’adozione di comportamenti di vita corretti possono determinare la salute dell’organismo.

• Sviluppare la consapevolezza di avere come modelli di riferimento adulti e valori positivi sia all’interno del gruppo di pari sia nell’ambito familiare e sociale.

• Far comprendere come il non fumare abbia conseguenze positive non solo sulla salute dell’organismo ma anche sul piano della libertà e dell’indipendenza dell’individuo.

• Aiutare i ragazzi a sviluppare comportamenti adeguati per resistere alle influenze, per saper essere non fumatori e per stimolare infine gli altri ragazzi a non fumare.

Obiettivi specifici

• Fornire informazioni corrette sui danni del fumo di sigaretta e sulle problematiche legate all’abitudine al fumo • Facilitare nei ragazzi la capacità di riflessione e verbalizzazione di eventuali difficoltà legate a questa tematica

• Valorizzare l’immagine del non – fumatore mettendo in evidenza gli aspetti positivi

• Rendere i ragazzi consapevoli di ciò che la scelta dell’abitudine al fumo comporta e delle pressioni familiari, sociali e culturali che la condizionano.

• Promuovere atteggiamenti e comportamenti alternativi.

• Riconoscere le cause di alcune malattie dell’apparato respiratorio

• Riconoscere i rischi a cui si espongono i fumatori

• Condurre semplici attività sperimentali legate alla respirazione

• Acquisire le conoscenze necessarie alla cura ed alla buona salute del proprio corpo.

Metodologia

Un aspetto molto importante dell’intervento educativo qui proposto, dunque, è quello centrato sullo sforzo di valorizzare agli occhi dei ragazzi l’immagine del non fumare, evitando il più possibile comunicazioni negative. Anzichè soffermarsi nel sottolineare le implicazioni negative del fumo, il programma mira piuttosto a presentare il «non essere fumatori» come un attributo desiderabile, brillante, invidiabile, da persona matura, mettendone in evidenza i numerosi aspetti positivi: mantenimento della forma fisica, maggiore rendimento sportivo, fattori estetici e sociali (bellezza, aspetto sano), gradevolezza nelle relazioni con gli altri, libertà (in opposizione alla dipendenza del fumatore), rispetto per gli altri (membri della famiglia, bambini, compagni di viaggio), fattori ecologici (aria aperta, ambiente pulito, inquinamento), fattori economici (risparmio del proprio denaro). Semplici esperimenti sull’importanza dell’atto respiratorio Particolare attenzione sarà data alle malattie e all’igiene dell’apparato respiratorio , problema di allarmante attualità , che dovrebbe indurre i ragazzi a comportamenti non solo di prevenzione ma anche di rispetto per la salute altrui. A tal proposito si parlerà del risveglio di un male che pareva ormai debellato : la tubercolosi. I ragazzi somministreranno questionari nel territorio secondo fasce di età, per fumatori e non fumatori. Successivamente si aprirà la discussione sui dati raccolti e tabulati per comprendere l’estensione del fenomeno nel territorio dove vivono i ragazzi e le motivazioni che hanno portato sia a iniziare a fumare sia a continuare,nonostante la consapevolezza che il fumo sia nocivo sia a capire perché e come si può smettere di fumare. Preparazione di cartelloni . Letture,vedere guida didattica asl Contenuti . le conseguenze del fumo sulla salute . la legislazione vigente . motivi di inizio dell’abitudine al fumo: pressioni sociali . esperienze e testimonianze di fumatori, ex fumatori e non fumatori . dati epidemiologici: percentuali di fumatori nei diversi gruppi di età . influenze dei genitori e della pubblicità sull’abitudine al fumo . situazioni di inizio fumo

Fasi di lavoro

Fase 1: Compilazione del questionario di ingresso La valutazione iniziale serve a conoscere l’opinione degli studenti sul fumo e le loro precedenti esperienze al riguardo. Essa viene realizzata attraverso un apposito Questionario d’ingresso che l’insegnante distribuirà in classe a tutti gli alunni presenti, spiegando loro che il suo scopo principale è quello di conoscere le opinioni della classe riguardo all’abitudine di fumare e le loro personali esperienze in questo ambito. Al termine della compilazione l’insegnante inviterà i ragazzi a verificare di aver risposto a tutte le domande (comprese quelle finali relative ai dati personali) e quindi raccoglierà i questionari. I dati raccolti attraverso questo strumento serviranno come base di comparazione per la valutazione finale. I risultati ottenuti non costituiranno oggetto immediato di discussione in classe. Ciononostante, il questionario d’ingresso contribuirà anche ad introdurre gli alunni nell’argomento, focalizzando la loro attenzione sul problema fumo.

Fase 2: Dibattito sulla diffusione dell’abitudine al fumo. Una volta conclusa la raccolta dei questionari compilati, l’insegnante apre la discussione invitando i ragazzi a cercare di rispondere a queste tre domande: • A vostro parere, su 10 alunni che frequentano questa scuola, quanti sono quelli che fumano? • A vostro parere, su 10 studenti delle scuole superiori, quanti fumano? • Su 10 adulti quanti fumano? E’ opportuno che l’insegnante (o qualche allievo da lui incaricato) tenga nota di tutte le risposte via via fornite dalla classe e provveda a calcolare, per ciascuna delle tre domande, la percentuale media espressa dalla classe. Questi risultati vanno confrontati in classe con i dati ufficiali sul fenomeno Percentuale di fumatori in Italia per sesso e classe di età Fasce di età Maschi Femmine Totale 11-14 anni (**) 3% 3% 3% 15-19 anni (*) 30% 18% 24% 20-64 anni (*) 41% 21% 30% 65 anni e più (*) 24% 5% 13% TOTALE (*) 38% 18% 27%

Fase 3: Interviste agli adulti in orario extrascolastico La discussione con la classe si chiude evidenziando il bisogno di saperne di più sul fenomeno ed accordandosi sul compito di realizzare una piccola indagine. In orario extrascolastico gli alunni (singolarmente o in piccoli gruppi) dovranno intervistare persone con più di 18 anni, preferibilmente non genitori e fratelli.

Fase 4: Comunicazione in classe delle interviste raccolte Le notizie e le opinioni raccolte nel corso delle interviste con gli adulti vanno raccolte, comunicate e commentate in classe. Ciò non solo per controllare se il lavoro è stato svolto, ma anche e soprattutto per arricchire le conoscenze con lo scambio delle informazioni raccolte.

Fase 5: Impiego della scheda di lavoro «Fumare perché?» L’insegnante distribuisce agli alunni la scheda di lavoro «Fumare perché?». Essa va compilata dagli allievi tenendo conto non solo della propria esperienza e delle proprie opinioni, ma anche delle informazioni che essi hanno raccolto attraverso le interviste agli adulti. La scheda può essere distribuita singolarmente a ciascun alunno oppure a piccoli gruppi di allievi, anche a seconda di come la classe si era organizzata nella conduzione delle interviste agli adulti. Nel caso in cui si preveda una compilazione a piccoli gruppi, l’insegnante inviterà ciascun gruppo a designare al proprio interno un componente incaricato di riassumere sulla scheda le considerazioni emerse dal gruppo e di riferirle in seguito all’intera classe durante la successiva discussione plenaria. E’ opportuno che l’insegnante spieghi, una ad una, le domande proposte dalla scheda, invitando gli alunni a rispondere brevemente per iscritto in un tempo limitato (es.: 15 minuti).

Fase 6: Discussione in classe Una volta conclusa la compilazione della scheda di lavoro viene avviata una discussione plenaria dove la classe esamina e commenta le diverse risposte offerte a ciascuna domanda presente nella scheda di lavoro. Può essere utile predisporre dei cartelloni alle pareti, ognuno corrispondente ad una delle sette domande che compongono la scheda di lavoro. Sui cartelloni un alunno a turno, durante la discussione, scrive la sintesi offerta dall’insegnante. In questa discussione l’insegnante ha un ruolo importante. Egli deve preoccuparsi che vengano affrontati i principali aspetti del problema e, soprattutto, deve aiutare la classe a cogliere i denominatori comuni che stanno alla base di risposte apparentemente anche assai diverse tra loro. Lo scopo della discussione plenaria è anzitutto quello di rendere consapevoli gli alunni della presenza di fattori di pressione sociale e di individuare i fattori di pressione che i ragazzi percepiscono come fondamentali per indurre a fumare, avendo così la possibilità di scoprire che i fattori di pressione al fumo contengono elementi di falsificazione (non è vero!) e di mistificazione (sembra vero!). Per aiutare i ragazzi a comprendere bene il significato ed il ruolo dei fattori di pressione è consigliabile accogliere le osservazioni e gli esempi proposti dei ragazzi anche quando questi vanno al di là dell’argomento fumo, recependo gli elementi potenzialmente utili per ricondurre successivamente il dibattito sui fattori di pressione che possono indurre a fumare. E’ comunque molto importante evitare comunicazioni negative o stigmatizzazioni dirette del fumo (e dei fumatori), preoccupandosi, invece di valorizzare l’immagine del non fumare. Quest’ultimo può essere utilmente presentato come un attributo desiderabile, brillante, invidiabile, distintivo della persona matura. E’ fondamentale, quindi, sottolineare i fattori positivi del non-fumare segnalati dai ragazzi nella discussione, perché essi sono il fondamento di un approccio positivo al problema e quindi vanno rinforzate. Essi possono riguardare il mantenimento della forma fisica, il rendimento sportivo, fattori estetici (bellezza, aspetto sano e fresco), stile di vita salutare, libertà, in opposizione alla dipendenza del fumatore), ecc….

Fase 7: Compilazione della scheda di lavoro «Il bello e il brut-to del fumo» L’insegnante distribuisce agli alunni la scheda di lavoro Il bello e il brutto del fumo. Essa va compilata tenendo conto di quanto realizzato nelle unità didattiche precedenti e delle informazioni che i ragazzi hanno raccolto attraverso le interviste agli adulti. La scheda può essere distribuita agli alunni singolarmente oppure a piccoli gruppi, a seconda di come la classe si era organizzata nella conduzione delle interviste agli adulti. Prima che la scheda venga compilata è opportuno che l’insegnante definisca agli alunni il concetto di «fattore positivo», precisando che può essere designata come tale ogni cosa che – indipendentemente dai reali benefici – i fumatori tendono a considerare piacevole, desiderabile, interessante, in grado di migliorare (o di far apparire migliorata) la propria immagine di sé o le relazioni sociali con gli altri. Agli alunni dovrà essere spiegato che, accanto a ciascun fattore positivo individuato, andranno indicati anche esempi di possibili modalità con cui coloro che non fumano ottengono lo stesso effetto. La stessa logica vale per la parte della scheda riguardante i fattori negativi del fumo, a proposito dei quali gli alunni sono invitati a indicare le modalità adottate dai fumatori per convivervi. Una volta conclusa la compilazione della scheda di lavoro, viene avviata una discussione plenaria dove la classe esamina e commenta i diversi fattori positivi e negativi individuati. Somministrazione del questionario finale per gli studenti Al termine dell’ultima fase va applicato il Questionario finale per gli studenti. L’insegnante ne distribuirà in classe una copia a ciascuno degli alunni presenti, spiegando loro che lo scopo principale di questo strumento è quello di conoscere le opinioni della classe riguardo all’abitudine di fumare ed il loro personale giudizio sulle attività svolte in classe. Risultati attesi . Diminuzione della percentuale di fumatori nel gruppo di intervento rispetto al gruppo di non intervento . Diminuzione nel tempo della percentuali di fumatori tra ragazzi della classi superiori rispetto alla rilevazione di partenza

La ricorrenza del 31 Maggio (che ogni anno l’Organizzazione Mondiale della Sanità dedica alla «Giornata mondiale senza tabacco») può rappresentare, come esperienze condotte in altre scuole ci suggeriscono, la fase conclusiva del programma. Questa ricorrenza consente ai ragazzi di partecipare attivamente (attraverso manifestazioni, mostre di poster o fotografiche, spettacoli, ecc… in favore della lotta al fumo di tabacco) allo scopo di stimolare la collettività a riflettere su un problema di salute così importante.

 

PROGETTO ALIMENTAZIONE “Siamo quello che mangiamo”

Destinatari

Alunni classi seconde scuola secondaria di 1° grado Premessa L’adolescenza rappresenta da sempre un momento chiave per lo sviluppo del processo educativo e formativo di ogni persona ed è compito della società indirizzare e guidare i giovani verso una crescita equilibrata e responsabile di tutti gli aspetti della loro personalità. Infatti nella fascia di età, qual è quella compresa tra gli 11 e i 14 anni, si iniziano ad attuare scelte alimentari libere, fuori dal controllo della famiglia. Il rapporto con il cibo è complesso: è intimo, quotidiano e richiama le radici del piacere e dell’identità, si definisce all’interno di una cultura, muove il senso di appartenenza, ha a che fare con l’immagine di sé e il difficile confronto con i modelli sociali vincenti. Il compito della scuola non può essere solo quello di addestrare o ammaestrare i ragazzi ad un’alimentazione sana e corretta, ma piuttosto accompagnarli e stimolarli in vista della conquista di un atteggiamento valido per la vita che consenta loro di capire, di scegliere e di trovare la propria strada. Un intervento di educazione alimentare diventa quindi un progetto educativo globale, multidisciplinare che dovrebbe coinvolgere tutta la comunità educativa e non solo il personale docente, per impegnarsi a perseguire seriamente e costantemente l’obiettivo di costruire un sistema integrato di educazione e formazione. L’educazione alimentare e alla salute è una tematica da privilegiare per la sua valenza “comunicativa” e perché incide profondamente sullo sviluppo psicofisico dei giovanissimi e perché contribuisce in modo significativo a creare le premesse per una vita adulta sana ed equilibrata. La società di oggi ha mutato radicalmente il nostro sistema di vita, la diffusione di nuovi modelli ha influito profondamente sulle abitudini alimentari delle famiglie, che troppo spesso hanno sacrificato la qualità e la varietà dell’alimentazione per privilegiare esigenze diverse. In tale contesto, sono soprattutto i ragazzi a subire le conseguenze negative di simili comportamenti sociali, in quanto i disordini alimentari il più delle volte possono determinare delle carenze nutrizionali tali da condizionare alcuni aspetti della crescita. L’alimentazione si configura, pertanto,quale strumento di comunicazione, incontro, pensiero, condivisione, negoziazione, integrazione

Obiettivi generali:

• promuovere la salute , favorendo l’acquisizione di corrette abitudini alimentari associato ad uno stile di vita attivo.

• Favorire la condivisione dei contenuti del progetto da parte dei genitori per orientare la famiglia e la comunità verso scelte alimentari corrette e l’adozione di uno stile di vita attivo.

Obiettivi specifici:

• fornire informazioni sui principi nutritivi e sui bisogni di un organismo in crescita

• fornire informazioni sulla prevenzione dei disturbi dell’alimentazione e delle malattie correlate ( ipertensione- bulimia- anoressia) • fornire informazioni sui servizi territoriali ed ospedalieri di riferimento per le problematiche trattate

• aumentare la consapevolezza del legame alimentazione e salute • aumentare la capacità di lettura delle etichette • aumentare il consumo di frutta , verdura e pesce

• ridurre il consumo di zuccheri semplici e bevande zuccherate

• aumentare il consumo di acqua Metodologia Per permettere un cambiamento nello stile di vita , in collaborazione con gli insegnanti che svolgono i concetti inerenti i principi nutritivi degli alimenti, i ragazzi vengono stimolati a partecipare attivamente:

• analisi delle etichette degli alimenti a partire dalle merende consumate durante l’intervallo

• abitudini alimentari di altri Paesi , partendo dalla presenza di alunni extracomunitari e confronto con la dieta mediterranea

• discussione su abuso di snack , bibite gassate e corretto spuntino di metà mattina con distribuzione di opuscoli informativi e schede individuali di approfondimento.

• incontri frontali con l’utilizzo di supporti multimediali ( audiovisivi, video internet ecc…). Studio dei prodotti locali e dei loro valori nutrizionali e culturali

• discussioni finalizzate a promuovere una sana • alimentazione anche mediante l’utilizzo dei prodotti del territorio.

• alimentazione e sport, con particolare riguardo agli integratori e al fenomeno doping.

Contenuti:

 i principi nutritivi

 la piramide alimentare

 gli snack

 guida alla lettura critica delle etichette

 la sicurezza alimentare la risorsa acqua come alimento

 la relazione tra alimentazione e salute intesa come benessere psicofisico

 principi nutritivi e guida ad un’alimentazione corretta

 i disturbi del comportamento alimentare Risultati attesi:

 aumento delle conoscenze sulle scelte alimentari corrette

 modifica dello spuntino a scuola

 consumo di frutta almeno una volta alla settimana nello spuntino

 consumo di acqua e diminuzione di bevande zuccherate a scuola

 aumento del consumo di pesce

 realizzazione di un libro con ricette semplici e veloci

 

PROGETTO LEGALITA’ “Cultura della legalità” “Internet e i social network”

Destinatari

Con questo progetto la Scuola intende predisporre dei percorsi formativi e informativi rivolti ai giovani studenti delle scuola Secondaria di primo grado nelle classi seconde

Premessa

A fondamento delle finalità della scuola è posta la formazione dell’uomo e del cittadino, formazione che è in stretto rapporto con la conoscenza e il rispetto delle regole che governano il convivere democratico. La scuola quindi opera per la costruzione di una personalità consapevole dei diritti e dei doveri, disponibile e collaborativa verso il bene comune, ben integrata nella società, ma anche capace di accogliere i vantaggi che le diversità, sotto le varie forme in cui oggi si presentano, offre. In questo quadro l’educazione alla legalità è imprescindibile nell’ottica di una migliore convivenza tra diversi, nel rispetto delle regole e per una società più giusta. Essa permette di individuare e di reprimere da subito ogni forma di illegalità, combattere ogni forma di sopruso, vivere le leggi come opportunità e non come limiti. Attraverso lo sviluppo di una convivenza democratica, della crescita del senso di appartenenza alla propria comunità locale, dell’approfondimento delle relazioni di gruppo. Le tecnologie e i social network facilitano molte cose nella vita di tutti i giorni: dai rapporti umani – siamo sempre connessi e raggiungibili – alle piccole azioni quotidiane – qualunque informazione desideriamo è a portata di click. Oggi la rete e in particolare i social media forniscono agli adolescenti uno spazio sociale, nel quale incontrarsi e fare gruppo, nel quale rappresentarsi e presentare i propri interessi, ma che può diventare pericoloso se poco curato. Molti giovani si sono approcciati ai Social Network senza essere consapevoli delle insidie a cui potevano andare incontro. I rischi che si corrono sui Social sono soprattutto legati alla diffusione di materiale offensivo, all’adescamento da parte di persone conosciute e alla denigrazione mirata.

Obiettivi

• Sviluppare la coscienza civile, costituzionale e democratica.

• Educare alla legalità nella scuola e nelle istituzioni.

• Educare all’interiorizzazione e al rispetto delle regole come strumenti indispensabili per una civile convivenza.

• Favorire un atteggiamento di convivenza rispettosa delle regole democratiche.

• Sensibilizzare all’accoglienza dell’altro nelle varie situazioni.

• Acquisire la capacità di discutere, affrontare problemi, indicare soluzioni.

• Assumersi responsabilità che diventino scuola di esercizio all’appartenenza nella società.

• Capire che la pluralità dei soggetti è una ricchezza per tutti.

• Capire che le regole sono strumenti indispensabili per una civile convivenza

• Promuovere un uso consapevole delle nuove tecnologie.

• Sensibilizzare e attivare gli studenti sui rischi e i pericoli derivanti da un uso non corretto dei social network .

• Favorire lo sviluppo di una cittadinanza attiva e responsabile – Richiamare i genitori alla responsabilità educativa su un utilizzo corretto delle nuove tecnologie

• Attivare un sistema di prevenzione al cyberbullismo nella scuola e in tutti gli ambiti di vita del ragazzo.

 

PROGETTO LEGALITA’ “La legge e l’uso di droga e alcool”

Destinatari:

Con questo progetto la Scuola intende predisporre dei percorsi formativi e informativi rivolti ai giovani studenti delle scuola Secondaria di primo grado nelle classi terze Premessa L’obiettivo che l’Istituto si prefigge è sensibilizzare gli alunni in merito ad alcune tematiche connesse strettamente con quella della legalità. Nello scenario della realtà quotidiana e sociale nella quale vive il preadolescente, sono evidenti comportamenti diffusi di illegalità. Per i ragazzi risulta difficile riconoscere la liceità o illiceità delle proprie azioni e rendersi consapevoli dei propri diritti e doveri, intesi come l’insieme delle regole che i cittadini di uno stato o di una comunità si danno per convivere in modo civile e pacifico. E’ quindi importante renderli consapevoli della differenze esistente tra comportamenti leciti e comportamenti che si configurano come reati, delle conseguenze che hanno determinati comportamenti per gli altri e per se stessi . Si tratta di rendere anche consapevoli delle sanzioni e delle condanne cui si va spesso inconsapevolmente incontro e che coinvolgono anche le famiglie. Il fine prioritario è quello di fare comprendere che le norme non devono essere rispettate solo perché esiste una sanzione, ma che le stesse evidenziano utilità intrinseche per una pacifica convivenza civile. Gli alunni dovrebbero riuscire a comprendere che dall’osservanza delle regole si ricavano evidenti benefici per la convivenza e il benessere collettivo. In tal senso, promuovere la cultura della legalità nella scuola significa educare gli alunni al rispetto della dignità della persona umana, attraverso la consapevolezza dei diritti e dei doveri, con l’acquisizione delle conoscenze e l’interiorizzazione dei valori che stanno alla base della convivenza civile. E ciò attraverso la prevenzione di comportamenti scorretti e lesivi nei confronti di sé e degli altri; l’educazione al rispetto dei beni comuni; la prevenzione specificatamente delle dipendenze; la consapevolezza di eventuali pericoli legati a comportamenti sconsiderati.

Obiettivi

• Acquisire la consapevolezza dell’importanza del rispetto delle regole, dei canoni comportamentali da assumere nella comunità sociale e delle norme giuridiche che regolano gli stessi;

• Analizzare e conoscere le varie forme di devianza presenti nella realtà ed individuare le strategie più opportune per contrastarle e rimuoverle;

• Comprendere quali siano i valori fondamentali su cui si basa la democrazia ed imparare a difenderli e custodirli;

• Contrastare attivamente fenomeni di prevaricazione, disonestà e corruzione;

• Distinguere comportamenti legali ed illegali;

 

INTERVENTI ESTERNI RELATIVI A TUTTI I PROGETTI PROGRAMMATI

Sono preventivati i seguenti incontri con i diversi operatori:

prime

– Incontri con il Dot. Filisetti 

seconde

– Incontro con agenti della Polizia di Bergamo 2 ORE

– Incontro con il dietista 2 ore

terze

– Incontro con lo/a psicologo/a responsabile ed ex tossicodipendenti della Comunità di recupero Promozione Umana di Castione della Presolana 2 ORE

– Incontro con il Vicequestore di Treviglio 2 ORE

– Incontro con rappresentanti dell’ A.C.A.T. (Associazione Club Alcoologici Territoriale) e con ex alcolisti 2 ORE

– Visita alle due Comunità di recupero Promozione Umana di Castione della Presolana 4 gruppi classe genitori

– Incontro per i genitori con Don Chino Pezzoli e Don Mario una sera

– Incontro con agenti della polizia di Bergamo una sera

– Incontro con il Dott.Filisetti psicopedagogista

 

PER CONTATTI:

Responsabili del Progetto,della gestione,coordinamento attività extracurricolari e realizzazione della proposta formativa:

Vanna Bonadei, armonyy@tiscali.it tel.3382255587,

Maria Stigliano mariasilvestra@virgilio.it ,

Maria Luisa Figini marialuisafigini58@gmail.com ,

Don Mauro Bassanelli donmaurobassanelli@alice.it

Migliavacca Paola paolamigliavacca55@gmail.com