SCUOLE ROVETTA

SOLIDARIETA’ PER L’ABRUZZO

L’iniziativa che ha visto coinvolti alunni, insegnanti e genitori del plesso scuola primaria di Cerete ha permesso di rinnovare il ricordo per le vittime non solo bergamasche del sisma dell’Aquila, ma snche di offrire un segno tangibile di amicizia e solidarietà con l’istituto comprensivo di Coppito raccogliendo €7.000,00 per rinnovare le attrezzature didattiche.Il progetto ha visto coinvolto direttamente l’Amministrazione Comunale di Cerete, Treviolo con gli alunni della classe frequentata dal figlio del vigile del fuoco scomparso, una rappresentanza dei Vigili del fuoco e dei volontari che hanno operato in Abruzzo , il coro delle voci bianche “Alice”.L’iniziativa ha avuto inoltre il patrocinio della Regione Lombardia e la presenza del Prefetto e della Provincia di Bergamo. Una citazione particolare va inoltre a quanti hanno collaborato per la riuscita dell’iniziativa:

  • Associazione Alpini di Cerete
  • Associazione Volontari del soccorso alpino
  • Associazione Radioamatori – sezione di Bergamo (che hanno permesso il collegamento in diretta con Coppito)
  • Associazioni sportive di Cerete
  • Unione Comuni della Presolana
  • Biblioteca Comunale di Cerete
  • Fondazione Ferri Loppi
  • Associazione La Sorgente

Riportiamo l’articolo pubblicato dall’Eco di Bergamo del 11/04 2010

Cerete, Treviolo e L’Aquila uniti nel ricordo di Alice e Marco

foto_Abruzzo1Mattinata di forti emozioni, di lacrime e occhi rossi, quella di sabato a Cerete dedicata al ricordo di Alice Dal Brollo e Marco Cavagna, le due vittime bergamasche del terremoto che colpì l’Abruzzo il 6 aprile dell’anno scorso. Alice aveva vent’anni e da Cerete era partita per studiare Scienze dell’investigazione all’Aquila: quella notte mandava con il telefonino messaggi di paura, sentiva le scosse, si era addormentata vestita per andarsene la mattina presto. Una trave spezzò i suoi sogni.

Marco Cavagna, di Treviolo, invece era un vigile del fuoco, medaglia d’argento per aver estratto vivo un giovane dalle macerie nel 1997 ad Albano Sant’Alessandro. All’Aquila, mentre stava iniziando a lavorare come soccorritore, fu stroncato da un malore.

Ricordare queste due persone per le loro comunità d’appartenenza è diventato un dovere e allo stesso tempo un’occasione per riflettere sulla coesione in una società civile: ecco perché le amministrazioni comunali di Cerete e Treviolo hanno voluto organizzare la manifestazione, durante la quale il ricordo di Alice e Marco è sembrato più vivo che mai.

L’iniziativa è stata organizzata in modo che non si chiudesse soltanto sulla memoria di ciò che è stato, ma anzi gettasse il seme per costruire un futuro migliore. Da poco più di un anno Cerete, Treviolo e L’Aquila sono unite da un filo di dolore, ma su questo filo è stata riannodata la speranza: dopo la scomparsa di Alice l’intera comunità di Cerete si è mobilitata con tante iniziative di solidarietà rivolte all’Abruzzo.

A fare l’elenco di scuole, associazioni, gruppi sportivi, gruppi di mamme o di anziani, si rischia di dimenticare qualcuno. A tutti loro si rivolge il sindaco, Adriana Ranza: «Sono orgogliosa di rappresentare questa cittadinanza, che si è mobilitata in mille modi per favorire la ricostruzione».

Da tutto questo fermento è nato anche un gemellaggio fra la scuola di Cerete e la scuola primaria «Duccio di Ranallo» di Coppito, frazione dell’Aquila. Nel paese della Val Borlezza sono stati raccolti quasi 7.000 euro: sul palco i bambini hanno esibito con orgoglio un assegno colorato al quale verrà aggiunto il contributo del Comune di Treviolo.

Una delegazione con Pasqua Epis, la mamma di Alice, andrà a Coppito per consegnare i fondi alla scuola, che fa capo all’istituto comprensivo «Amiternum» del capoluogo abruzzese. Dai bambini delle elementari di Cerete, che hanno incontrato la signora Epis, è arrivato un altro messaggio: «Non abbiamo conosciuto Alice, ma adesso sappiamo che anche le persone che non ci sono più possono parlare di vita».

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La mamma di Alice ha ringraziato tutti: «Si deve guardare al futuro. Ci rimane solo la speranza». E Simonetta, la moglie di Cavagna: «Non mi aspettavo una partecipazione così numerosa: tante autorità hanno voluto rendere omaggio a mio marito e ai volontari che hanno lavorato in Abruzzo. Iniziative come queste sono molto importanti, perché i miei figli sono piccoli e il rischio è che tutto sia dimenticato». 

Per adesso può stare tranquilla: il figlioletto del vigile fuoco morto all’Aquila, vedendo le immagini scorrere sullo schermo, si è alzato in mezzo a tutti a dire: «Quello è mio papà». E a sentire queste parole si sono commossi anche i vigili del fuoco di Bergamo, che erano scesi all’Aquila con lui: «Marco era un grandissimo – racconta Gianmario Gnecchi, funzionario del Comando provinciale – specie nella ricerca di persone in maceria». 

Durante la cerimonia il legame con l’Abruzzo si è fatto sentire sul serio: grazie a un collegamento radio gestito dalla sezione di Bergamo dell’Associazione radioamatori italiani, dalle casse stereo uscivano parole di una dolcezza disarmante: «Vorremmo essere lì – dicevano la dirigente Paola Giagnacovo e l’insegnante Stefania Carducci della scuola di Coppito – e stringervi la mano». Come si fa con un amico che ha pianto con noi, perché l’ultimo segnale arriva forte e chiaro: «Alice e Marco li portiamo nel cuore».
 Giuseppe Arrighetti